Acquedotto e archeologia, questa è la Puglia: il futuro accanto alla storia
Accade sempre più sovente che durante i lavori alla rete idrica e fognaria vengano alla luce tesori nascosti sotto il manto stradale.
L’acqua passa accanto ai sotterranei della storia: accade sovente che per migliorare le condotte idriche o per realizzarne ex novo i tecnici di Acquedotto Pugliese debbano “confrontarsi” con la storia che in Puglia, ma anche in Campania, il più delle volte si trova a pochi metri sotto il manto stradale o i piani di calpestio. È accaduto tempo fa a Mesagne e, ancora più di recente, a Muro Leccese.
A Muro Leccese, durante l’esecuzione degli scavi per la posa in opera della condotta fognaria in via Brongo, sono emerse strutture murarie pertinenti alla cinta di età messapica, rilevate dall’archeologo preposto per il servizio di sorveglianza archeologica agli scavi. I tesori che vengono alla luce “grazie” agli interventi di AQP non fermano le opere. Al massimo impongono un momento di pausa e di riflessione sul da farsi. A Muro Leccese, ad esempio, è stato necessario, come da richiesta della competente Soprintendenza, allargare lo scavo per l’intera sezione stradale coinvolgendo anche l’Amministrazione comunale che, al fine di garantire un maggior grado di sicurezza durante tutte le operazioni necessarie, ha disposto la chiusura del tratto stradale interessato. A seguito degli scavi di allargamento è stato messo in luce il tratto di fortificazione settentrionale della cinta messapica del IV secolo e immediatamente a sud di esso un tratto di fortificazione arcaica.
Nel luglio scorso, a Mesagne (Brindisi), durante i lavori per l’ammodernamento della rete fognaria è stato effettuato un altro importante ritrovamento archeologico: gli scavi hanno portato alla luce una tomba di epoca medievale con due scheletri, quello di un adulto abbracciato a quello di un bambino. Andando a ritroso, ma non troppo, nel tempo, a Taranto, sempre nel corso di opere di ammodernamento della rete idrica, sono affiorate sepolture, fornaci, pozzi e tracciati viari. Reperti databili tra il VI e il I secolo avanti Cristo.
Il pezzo forte delle campagne di “scavo” promosse da Acquedotto Pugliese resta, al momento, quello scoperto ad Altamura dove, un paio di anni fa, nel corso dei lavori per la nuova rete fognaria sono emersi 23 oggetti che rinviano ad attività domestiche e cerimonie conviviali databili alla seconda metà del IV secolo a.C., insieme ad un cratere apulo a figure rosse.
Non c’è alcun dubbio: AQP è diventata, nei fatti, un “collaboratore” indispensabile e prezioso per chi è istituzionalmente deputato a salvaguardare il patrimonio storico-archeologico del Paese. Grazie ai numerosi interventi che Acquedotto Pugliese esegue ogni anno in Puglia e in parte della Campania sulla sua rete sta garantendo una mappatura di quello che c’è sotto le strade, a volte a poche decine di centimetri dal piano di transito e di calpestio. AQP porta alla luce questi tesori e li consegna, sempre con grande piacere, a chi di competenza.