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Arte Cultura Bellezza | 16 agosto 2023

Alla scoperta delle dune di Campomarino: esempio di sostenibilità

Un bell’esempio di come tutelare, valorizzazione e promuovere le bellezze e le meraviglie della penisola, diventando custodi del proprio territorio, viene dalla provincia di Taranto e riguarda il progetto “Custodi delle dune di Campomarino”, promosso da Legambiente e dal gruppo Unipol nell’ambito della campagna ”Bellezza Italia”.
I volontari si sono presi cura dell’area dunale di Campomarino realizzando una serie di interventi, dal censimento fotografico della flora dell’area dunale esistente in loco (tra queste il timo arbustivo, il mirto e il lentisco) alla loro manutenzione, dall’installazione della cartellonistica divulgativa per fornire informazioni ai visitatori in particolare sull’importanza del sistema dunale e la conseguente necessaria tutela dell’area naturalistica, all’attività di pulizia organizzata dal circolo locale di Legambiente per recuperare i rifiuti abbandonati o portati dal mare su tutta la superficie dunale, retrodunale e della spiaggia adiacente, che continuerà anche nei prossimi anni.

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È stata inoltre avviata la costruzione del vivaio sperimentale del Pancratium maritimum, con lo scopo di moltiplicare le piante autoctone per poi procedere alla piantumazione nell’area dunale oggetto del progetto e favorirne la diffusione in maniera omogenea. Tra le altre azioni messe in campo, anche attività divulgative e di sensibilizzazione, soprattutto con le scuole del territorio, e di promozione turistica. Il progetto completa gli interventi svolti dal Comune di Maruggio, che ha realizzato camminamenti in legno e interventi anti-erosivi nell’ambito del Por Puglia 2014-2020 (asse VI misura 6.5, “Tutela e la valorizzazione della biodiversità terrestre e marina”). La scelta di “Bellezza Italia” di prendersi cura di un’area dunale è legata a un motivo ben preciso: il sistema dunale costiero è infatti tra gli ecosistemi più vulnerabili e minacciati del nostro Paese, nonostante svolga un ruolo strategico per la mitigazione del rischio di erosione e la riduzione degli effetti dei cambiamenti climatici. Negli ultimi quarant’anni il litorale di Campomarino è stato soggetto a un’antropizzazione incontrollata che, come si evince dal confronto delle carte della vegetazione relativo all’ultimo ventennio, ha degradato la vegetazione e la sua zonazione oltre che alterato, soprattutto sul tratto occidentale, la morfologia dunale.


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Il livellamento delle dune e il depauperamento della vegetazione sono la diretta conseguenza dell’impatto antropico, attuatosi mediante la costruzione di abitazioni, i rimboschimenti artificiali e la realizzazione della litoranea salentina. Le dune costiere hanno un ruolo essenziale quale elemento di mitigazione “naturale” del rischio costiero, erosione e allagamento, tanto che l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) le ha identificate tra gli elementi di resilienza della zona costiera sabbiosa, insieme alle barriere coralline, le aree salmastre e le foreste di mangrovie. Le dune costituiscono, infatti, una sorta di “serbatoio sedimentario”, in grado di fornire sabbia alla spiaggia antistante, soprattutto nelle fasi di deficit, e rappresentano un ostacolo in grado di contrastare le inondazioni marine e difendere la vegetazione retrostante dall’aerosol salino del moto ondoso. Risulta poi strategico il ruolo di riserva di acqua dolce quale ostacolo all’intrusione del cuneo salino.

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