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Ambiente e tecnologia, quando la mostra è a cielo aperto
Arte Cultura Bellezza | 20 settembre 2022

Ambiente e tecnologia, quando la mostra è a cielo aperto

La potenza dirompente delle immagini per raccontare l'ambiente, la storia, l'essere umano e la tecnologia, ossia tutto ciò che comporrà il futuro. È questo il tema della settima edizione del “Phest”, festival internazionale di arte e fotografia in scena fino al primo novembre a Monopoli. In tutto saranno 32 le mostre, distribuite tra gli interni e gli spazi esterni della città, compongono la rassegna, chiamando a raccolta artisti il cui sguardo si è posato negli anfratti più remoti di tutto il mondo per testimoniare gli effetti dell'azione dell'uomo sull'ambiente, ma anche la capacità di resilienza della natura. Accanto alle mostre anche talk, tavole rotonde, convegni e vernissage. Il Phest è diretto da Giovanni Troilo, in collaborazione con la curatrice Arianna Rinaldo e la project manager Cinzia Negherbon. L'arte sposa la tecnologia: le esposizioni sono infatti integrate con la presenza di ledwall, fotogrammetria, intelligenza artificiale e realtà aumentata. 
 

Ambiente e tecnologia, quando la mostra è a cielo aperto

“Tra i macrotemi di questa edizione c'è molto spazio dato all'ambiente- ha spiegato Giovanni Troilo- perchè è uno dei temi più stringenti di attualità. Pensiamo agli artisti Schirra e Girardi che, con il progetto da 'Pietra a Bosco', hanno raccontato un processo di rimboschimento iniziato 200 anni fa e che ci racconta la misura di quello che potrebbe succedere se le politiche di riforestazione prendessero piede in tutto il pianeta”.

Tra le sedi: Palazzo Palmieri, Casa Santa e la chiesa dei SS. Pietro e Paolo con due mostre arricchite da un "gioco" interattivo per il pubblico per "eliminare le immagini inutili e superflue che ci circondano". Gli artisti provengono da Olanda, Inghilterra, USA, India, Turchia, Germania, Ucraina, Russia, Belgio. Non solo grandi nomi come, Nick Brandt o Christian Jankowski, ma anche fotografi emergenti e aspiranti artisti. 

Ambiente e tecnologia, quando la mostra è a cielo aperto

“La mostra di Nick Brandt – ha continuato il direttore Giovanni Troilo- intitolata 'The Day May Break' è allestita nel castello Carlo V. L'artista ha concentrato il suo sguardo sui territori africani e in alcuni ambienti della Bolivia. Ha lavorato con popolazioni umane e animali in qualche modo vittime di processi di distruzione ambientali e che quindi vivono lontano dai loro habitat naturali. Le immagini sono potentissime. A Palazzo Palmieri è ospitata anche la mostra di Bill Zelman 'la sesta estinzione' che documenta con taglio giornalistico ciò che accade al pianeta che sta assistendo alla nostra estinzione. E poi ancora l'artista indiano Arko Datto che ha documentato quanto il cambiamento climatico stia stravolgendo i luoghi a cui siamo più affezionati”. Il Phest ha quindi l'obiettivo di dar voce alle identità e alle culture che compongono il Mediterraneo ricostruendone la vera essenza e cercando di immaginarene il futuro. Per far ciò ci si affida al potere delle immagini, della fotografia, capace di superare limiti e confini.
 

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