“Beadroots”, polimeri naturali contro la siccità
Innovazione e tecnologia. In altre parole: Beadroots. Si tratta di una startup che ha sviluppato una soluzione per aiutare gli agricoltori ad affrontare i periodi di siccità. Alla base di questa innovazione ci sono i polimeri naturali superassorbenti che permettono di trattenere più acqua nelle radici delle piante, migliorando così la resa agricola e la qualità dei prodotti coltivati, anche in condizioni di stress idrico. In altre parole, i prodotti BeadRoots non lasciano alcuna traccia nel terreno, rispettando l’ambiente e contribuendo a mantenere il suolo fertile. La soluzione proposta da BeadRoots (il team composto da Angela Bonato, Valerio Vincenzo De Luca e Paolo Pezzolla) si è aggiudicata il premio Start cup Puglia.
Quando questi polimeri vengono aggiunti al terreno, assorbono e trattengono l’acqua, che viene successivamente rilasciata lentamente a beneficio delle radici delle piante. In questo modo, le colture riescono a sopravvivere meglio anche durante i periodi di scarsità idrica, aumentando la loro resistenza alla siccità. Inoltre, una volta che i polimeri si degradano, si trasformano in nutrienti per le piante, contribuendo a una crescita più rapida e sana. Per Cosimo Elefante, Commissario straordinario Arti: “Si tratta di un percorso avviato ormai un anno fa che si ripete per il 17esimo anno e oggi andiamo a premiare l’originalità, la creatività e l’innovazione delle nostre start up presenti sul territorio pugliese. Parliamo di start-up che ci auguriamo che nel prossimo futuro possano diventare gli innovatori del nostro territorio” .
Sono state dieci le startup che si sono aggiudicate l’accesso alla finale suddivise in quattro categorie di concorso. A gareggiare per la sezione “Cleantech & Energy” sono state: Beadroots, B-Me: Biobased materials for energy, Olivander e Verdilia. Per la sezione “Industrial” invece hanno presentato i loro progetti le start-up: Dymension Space, Neo Geo, Q Sensato. Unico a competere per la categoria “ICT” è stato il team di “Cranial Device” mentre a competere per l’ultima sezione prevista dalla gara “Life Science-MedTech” sono state le realtà di Dreos Techlab e Petmora.
Credits: beadroots, repubblicaBari, CanosaGocity