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notte della taranta
In primo piano | 30 agosto 2023

Ci è Taranta....lassala ballare: la lunga storia di una tradizione

L'infermo finiva per battere i piedi a tempo come per schiacciare il ragno, fino ad arrivare a compiere gesti acrobatici per poi accasciarsi a terra privo di forze. Attraverso questa 'danza' infatti secondo la leggenda i malati riuscivano a liberare il proprio corpo dal veleno del ragno fino a giungere alla guarigione. Ecco la Taranta, una danza che fa ballare tutti a ritmo incalzante. L’abbiamo intervistata. Qual è la sua storia, ce la racconti. 

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“La mia nascita è legata ad una malattia, il tarantismo, causato dal morso della tarantola. Provocava dolori addominali, deliri, palpitazioni fino provocare uno stato di catalessi. Per rompere la sorta di isteria a cui il paziente era sottoposto l’unica cura era una musica ripetitiva, grazie al suono ossessivo di un tamburello.
Il malato solo così riusciva a liberarsi dall’ossessione e dal dolore provocato dal veleno del ragno ritornando poi a condurre la vita di sempre.
La taranta nel tempo ha assunto i connotati di un vero e proprio festival itinerante che ha la sua massima espressione nella lunga notte del concertone a Melpignano ormai da 26 edizioni.

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Ogni anno un maestro diverso, ogni anno un tema diverso: quest’anno legato anche all’acqua.
Il festival quest’anno – ci spiega la Taranta – si è aperto a Corigliano d’Otranto, venticinque tappe in altrettanti borghi del Salento, 56 concerti, oltre 400 artisti italiani e internazionali e circa 200 ore di live. Un successo che si conferma. Di anno in anno. Il tema di questa edizione, dedicata al direttore artistico recentemente scomparso Luigi Chiriatti, è L'identità è un dono sociale. Ma ci sarà spazio anche per un progetto speciale in collaborazione con Acquedotto pugliese: L'umanità dell'acqua, portato in tre luoghi simbolici come la riserva naturale di Torre Guaceto (provincia di Brindisi), il serbatoio Aqp di Corigliano d'Otranto e la baia di Sant'Andrea (provincia di Lecce)”.  Il finale, di tutto rispetto, con il concertone di Melpignano che ha raccolto 200mila persone. 

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“Un’esplosione di energia. Canti di donne pizzicate e combattenti grazie anche alla maestra concertatrice Fiorella Mannoia che con sé ha voluto Arisa, Brunori Sas e Tananai.  Femmina è la taranta, femmine sono le canzoni che hanno raccontato storie di sfruttamento, amore, lavoro, riscatto. Alla fine, insieme tutti sul palco per il gran finale:  Kalinitta”.

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La notte della Taranta è un appuntamento fisso. Perché partecipare? La risposta è racchiusa in questi versi: ‘Ci è Taranta lassala ballare, ci è malincunia cacciala fore’.
Arrivederci all’anno prossimo, il 24 agosto.

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