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Impianto di potabilizzazione di Locone
Qualità | 10 dicembre 2021

Clorammina, uno strumento in più per la qualità e la salubrità dell’acqua

Progetto sperimentale sul Locone: la Puglia come gli Stati Uniti

Passare da un ottimo livello a uno “eccellente”, da un indice di salubrità dell’acqua attualmente molto elevato e ampiamente rispondente ai parametri di legge ad uno ancora superiore. E’ questo uno degli obiettivi del progetto avviato da Acquedotto Pugliese (d’intesa e in stretta collaborazione con Istituto Superiore della Sanità, Regione Puglia, Asl Bat) sull’impianto di potabilizzazione del Locone, nel territorio di Minervino Murge, dove per un anno e mezzo sarà sperimentato l’utilizzo della clorammina per la disinfezione dell’acqua. Per legge, tutte le acque destinate all’uso potabile sono sottoposte a disinfezione. Attualmente, in Puglia e in tutta Europa sono utilizzati Ipoclorito e biossido di cloro, mentre negli Stati Uniti è utilizzata la clorammina. 

Impianto di potabilizzazione di Locone
Impianto di potabilizzazione di Locone

 

I vantaggi

 “L’acqua del Locone sottoposta al trattamento sperimentale non sarà distribuita ai cittadini”, ha specificato Pier Paolo Abis, Responsabile del controllo di qualità dei laboratori Aqp. “Solo al termine della sperimentazione, tra 18 mesi, e dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, si potrà eventualmente procedere alla distribuzione e aggiungere il nuovo metodo di disinfezione a quelli già operativi”. 
L’utilizzo della monoclorammina ha diversi vantaggi. Ha un minor potere ossidante rispetto agli altri agenti, crea meno ‘sottoprodotti’, ha una maggiore stabilità se comparata con il cloro e il biossido di cloro. “In più”, ha aggiunto Abis, “offre una ‘terza freccia’ al nostro arco di possibilità, permettendoci una maggiore flessibilità operativa, anche perché è producibile sul posto”.

Impianto di potabilizzazione di Locone
Impianto di potabilizzazione di Locone

 

La Puglia come gli USA 

La Puglia ha le condotte idriche più lunghe d’Italia. Fatte le dovute proporzioni, la rete pugliese presenta diverse similitudini con quella statunitense. Per giungere a destinazione, infatti, l’acqua distribuita da AQP deve compiere grandi distanze e sopportare temperature elevate in estate. La monoclorammina garantisce indici superiori di resistenza e persistenza alle condizioni appena descritte.
“Questo progetto è unico nel suo genere”, ha dichiarato Enrico Veschetti, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, “tanto da poter costituire un modello anche per l’Europa”.

 

Regione e Asl al fianco di AQP

“Abbiamo subito aderito al progetto coinvolgendo anche le Asl”, ha spiegato Giuseppe Di Vittorio, PO Igiene Pubblica Industriale Ambientale della Regione Puglia, “così da poter agire in tempi ragionevoli su larga scala e a livello regionale”. Una visione condivisa anche da Pantaleo Magarelli, direttore SIAN dell’Asl di Barletta-Andria-Trani: “Stiamo attuando tutte le misure necessarie, dalle analisi ai campionamenti, per garantire i massimi standard di sicurezza sulla sperimentazione e assicurare la sua totale conformità a quanto prescritto dalla legge”. 
Giuseppe Porcelluzzi, dirigente SIAN Asl Bat: “Avere un ulteriore strumento a difesa e garanzia della salubrità dell’acqua è un obiettivo che condividiamo appieno con AQP e gli altri partner del progetto”.

Impianto di potabilizzazione di Locone
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