Col Museo dal Mare di Taranto si salpa per la storia
“Non si chiede a un gabbiano addomesticato perché di tanto in tanto provi il bisogno di sparire verso il mare aperto. Ci va e basta, è un fatto semplice come un raggio di sole, normale come l'azzurro del cielo.” A scriverlo Bernard Moitissier nel suo libro “La lunga rotta – Solo tra mari e cieli”, nel quale il navigatore e scrittore francese ha raccontato il suo lungo viaggio del mondo in barca a vela, a bordo della sua Joshua.
Nel 1968 Moitessier partì da Plymouth per partecipare al primo giro del mondo in solitaria e senza scalo. Dopo dieci mesi di oceano, nonostante avesse accumulato circa un mese di vantaggio sugli altri concorrenti, decise di abbandonare la regata e continuare la sua navigazione, rinunciando così alla vittoria e al ricco premio in palio. Un esempio, quello di Moitisser, che negli anni ha ispirato la vita e le azioni di numerosi navigatori, innamorati del mare.
Tra questi, anche Alessandro Maruccia, presidente della Fondazione del “Museo dal mare – patrimonio vivo e navigante”, un museo diffuso che riunisce numerose barche a vela vintage, ovvero quelle realizzate fino agli anni ’90. Proprietario della sister ship di Joshua, la “Sunny Daniel”, Maruccia, insieme a colleghi ed amici ha dato vita a questo progetto nella città di Taranto, che da una parte vuole ricostruire la storia della cantieristica italiana e dall’altra vuole diffondere l’amore per il mare.
Non un museo tradizionale, non un luogo fisico in cui accedere pagando un biglietto d’ingresso, bensì uno spazio sconfinato, dove chiunque lo desideri potrà vivere un’esperienza unica a bordo di un’imbarcazione d’altri tempi. Ma come funziona? Chiunque possieda un’imbarcazione può decidere di entrare a far parte della grande famiglia del Museo dal Mare, inserendo la propria barca tra quelle messe a disposizione dei visitatori.
Ogni armatore però dovrà informarsi accuratamente sulla storia del proprio mezzo e del cantiere che l’ha realizzato, ricostruendo anche aneddoti e curiosità che saranno poi pubblicate sul sito www.museodalmare.it. Gli appassionati, i curiosi e gli amanti delle barche a vela potranno a loro volta consultare il portale e, iscrivendosi ad uno degli open day organizzati dalla Fondazione, salire a bordo di un’imbarcazione, navigare in compagnia degli armatori, conoscere la sensibilità al timone, la velocità e gli angoli di bolina. “In tal modo – ha spiegato Alessandro Maruccia – si potranno creare relazioni, amicizie, ma soprattutto si potranno condividere passioni. Al momento, il museo diffuso è presente a Taranto, Brindisi ed anche a Procida, attuale Capitale Italiana della Cultura, ma il nostro obiettivo – ha concluso - è quello di raggiungere tutte le sponde d’Italia e non solo”.