Conversano, una città da scoprire tra vicoli e angoli nascosti
Non sempre è necessario andare dall’altra parte del mondo per scoprire luoghi e bellezze singolari, al contrario molto spesso bisogna semplicemente imparare a guardarsi attorno, riscoprendo quella capacità di meravigliarsi che hanno i più piccoli, in grado di guardare con occhi sempre nuovi luoghi già visti.
La città di Conversano, alle porte di Bari, ha fatto proprio questo: ha riscoperto e valorizzato luoghi già esistenti, provando a trasformarli in qualcosa di nuovo, di cui potersi meravigliare ogni giorno.
“Abbiamo puntato da tempo sulla caratterizzazione di questa città che ha un patrimonio storico e culturale straordinario che abbiamo deciso di valorizzare sempre più – ha dichiarato Giuseppe Lovascio, sindaco di Conversano - Abbiamo quindi recuperato ambienti, come quelli che oggi ospitano il nostro polo museale, che ha ben 6 sezioni e poi attorno a questi luoghi abbiamo costruito eventi ed iniziative che animano questi stessi spazi. Un’attività che portiamo avanti ormai da 14 anni – ha proseguito il primo cittadino - Secondo noi è questa l’arma vincente per una città che ha davvero tanto da offrire, in diversi ambiti: dall’agricoltura, all’enogastronomia, dalla cultura all’artigianato. Tutto questo però – ha concluso Giuseppe Lovascio - acquisisce un maggior valore quando c’è un fulcro importante, che nel nostro caso è costituito dal Castello Aragonese, dal monastero di San Benedetto, dalla nostra Cattedrale e dal nostro centro storico”.
Una città, Conversano, da assaporare con lentezza, per perdersi tra i vicoli medievali, scoprendo alcuni dei luoghi simbolo, come il Castello Aragonese, che domina la parte bassa del centro storico, formato da una grande torre circolare ed una loggia rinascimentale. O come la Cattedrale di Santa Maria Assunta, in stile romanico pugliese, al cui interno è possibile ammirare un crocifisso ligneo e l’icona della Madonna della Fonte, patrona proprio di Conversano.
Tra gli altri luoghi da non perdere nel corso della visita della città, anche il monastero di San Benedetto che con la torre campanaria in stile barocco e le sue cupole colorate rappresenta una delle bellezze della città nell’entroterra barese. E poi, ancora, il Palazzo dell’Episcopio, villa Garibaldi, che sorge di fronte al Castello e i numerosi stretti vicoli che caratterizzano il centro storico.
“L’anno scorso la città di Conversano si è candidata a Capitale Italiana della Cultura del 2024 – ha spiegato Katia Sportelli, assessore alle Politiche Culturali del Comune di Conversano - purtroppo non siamo arrivate tra le finaliste, ma a prescindere da questo, il nostro obiettivo è quello di portare avanti una parte dei progetti che abbiamo inserito all’interno del dossier di candidatura, progetti che riguardano grandi ambiti e che sono legati alla storia della nostra città. Come per esempio le bande cittadine. A Conversano, infatti, abbiamo due importanti rappresentanze, ma non solo – ha proseguito l’assessore Sportelli - Parliamo di musica, di arte, del nostro polo museale, che ospiterà e che ha già ospitato in passato importanti mostre di grandi artisti del panorama nazionale ed internazionale. Siamo insomma una città che ogni anno organizza grandi eventi e festival, anche a livello nazionale. L’obiettivo – ha concluso - è quello di portare avanti questi progetti, sostenendo e finanziando i grandi artisti del territorio”.
Tra le “grandi bellezze”, quindi, spicca in particolare il polo museale che comprende una ricca pinacoteca con opere di Paolo Domenico Finoglio, una sezione archeologica e una mostra di abiti d’epoca. In particolare, nelle sale del Castello Aragonese si possono ammirare gli abiti storici “Nozze al Castello”, mentre negli ambienti del Chiostro di San Benedetto si può osservare la sezione archeologica, dove sono conservati reperti dalla Preistoria all’età romana, tra cui selci paleolitiche e strumenti litici provenienti dalle grotte di Conversano e Monopoli. Infine, la selezione artistica si dipana tra le sale di rappresentanza del Castello e, tra le altre, comprende le grandi tele de “La Gerusalemme Liberata” dell’artista napoletano Finoglio, considerate il più esteso ciclo del Seicento italiano di argomento non religioso. Negli ambienti al secondo piano infine si svolgono anche mostre temporanee e convegni.
Una città quindi tutta da scoprire, che è riuscita a trasformare i propri punti deboli in punti di forza, partendo anche dalla sconfitta. Non sarà diventata Capitale Italiana della Cultura 2024, ma da lì è partito un percorso che potrebbe portarla in futuro a diventarlo.