“Guai a chiamarci scarti, siamo una risorsa!”
Prezioso come il fango. È vero: è un’espressione che non si sente molto spesso, eppure noi fanghi di depurazione diventiamo sempre più pregiati. Infatti il tema del riutilizzo di ciò che proviene dalla depurazione delle acque reflue urbane è sempre più centrale negli interessi nazionali ed europei.
Non siamo soltanto degli scarti possiamo essere riutilizzati eccome: dall’edilizia fino all’agricoltura. La ricerca è in costante sviluppo e gli investimenti di Acquedotto Pugliese sono molteplici. Ma andiamo per gradi, ci presentiamo. Anzi, mi presento: mi chiamo Betta la zolletta, la più anziana e la più spigliata del gruppo pronta a rispondere ad alcune domande.
Cos’è un fango di depurazione?
Semplice: noi fanghi siamo il risultato di un processo fisico che consente di dividere l’acqua utilizzata dall’uomo per le sue necessità dalla parte di materia solida che contiene e che la rende non più utilizzabile direttamente. Nessuno si sognerebbe mai di innaffiare le piante con l’acqua piena di bolle di sapone con cui ha lavato i piatti poco prima.
Come per le cose più belle, la depurazione è tutta una “questione di chimica”?
Tutti gli impianti di AQP sono di tipo biologico, adottano la tecnologia a fanghi attivi e quella a membrana e disinfezione con raggi UV. Una sperimentazione di soluzioni innovate per un trattamento alternativo ed eco-sostenibile. La depurazione avviene in maniera naturale. Per il loro funzionamento è, infatti, indispensabile l'attività di microrganismi unicellulari, definiti anche batteri “buoni” che hanno il compito di pulire le acque. Dopo vari procedimenti l’acqua arriva all’interno di vasche di decantazione. Qui la gravità fa il suo corso e trascina sul fondo tutti noi che siamo la parte solida.
Quanti fanghi vengono separati dall’acqua ogni anno e soprattutto qual è la vostra destinazione migliore?
AQP nel 2020 ha prodotto circa 200mila tonnellate. La maggior parte di noi viene destinata a impianti di recupero dove viene fatto un ulteriore trattamento per il riutilizzo agricolo. È un processo di straordinaria importanza e ne siamo orgogliosi perché diventiamo una risorsa importante per l’ambiente! Certo non è l’unica destinazione. Noi fanghi di depurazione possiamo anche essere utilizzati nel mondo dell’edilizia per la produzione di laterizi e calcestruzzi.
Cosa c’è in cantiere per il futuro?
I progetti di AQP per migliorare la gestione, il nostro reimpiego e contenere i costi sono parecchi. Siamo molto dispendiosi, devo ammetterlo. Per questo Acquedotto Pugliese ha messo in campo da anni numerosi interventi. Sono state acquistate dei nuovi macchinari per la disidratazione, le nuove centrifughe (che funzionano proprio come le centrifughe delle lavatrici, incredibile, no?) e presto arriveranno 14 serre solari che ci porteranno a un ulteriore essiccamento. E se si sta chiedendo se questi progetti ci fanno paura, le rispondo subito: la parola d’ordine è sempre la tutela dell’ambiente e del nostro pianeta, non lo dimentichi!
E poi c’è il Ronsas, un progetto sperimentale di AQP, dell’Università degli studi di Bari e altri partner per valutare la fattibilità tecnico ed economica di un innovativo sistema di trattamento di quanti, tra noi fanghi, non sono ancora giunti al termine del processo depurativo. Attraverso un processo di idrolisi possiamo diventare immediatamente utilizzabili in agricoltura.
Rappresentiamo una risorsa e siamo pronti a vincere le sfide dell’innovazione e, soprattutto della sostenibilità. Siete ancora sicuri di volerci definire solo degli scarti?