Gusci delle cozze da buttare? Macché. Diventano arredo.
Ottime da mangiare crude. Ottime da gustare in padella. Sono le cozze, quelle tipiche della Puglia.
Ma che fine fanno poi i gusci? Il dilemma: indifferenziato o umido? I gusci di mitili, non si possono riciclare nell’umido essendo composti al 95% di carbonato di calcio, quindi di natura inorganica, non compatibili con il compostaggio.
È, dunque, piuttosto diffuso il loro smaltimento illegale a terra e a mare con il conseguente impatto negativo sull’ambiente. C’è di più, adesso i gusci possono diventare un elemento d’arredo.
Si chiama "Greenlife4 seas" (GREen ENgineering solutions: a new LIFE for SEdiments And Shells), progetto da 4 milioni di euro proposto all'Agenzia esecutiva europea per il Clima, le Infrastrutture e l'ambiente da un consorzio di 9 partner, guidato dal Politecnico di Bari, composto da enti di ricerca, enti pubblici e aziende italiane e la presenza dell'Autorità portuale del Porto del Pireo (Grecia), uno dei più grandi porti del Mediterraneo. Un progetto (coinvolte Italia e Grecia) che mira a rappresentare un benchmark europeo di gestione virtuosa di due categorie di scarti di origine marina di difficile smaltimento: i sedimenti dragati e i gusci di mitili. I prodotti di tali trattamenti, ovvero le miscele di sedimenti, cementi e farine di gusci di cozze, denominato, "Sediment CemShell mix", diventano dunque nuovi materiali che, nell'ambito del progetto Greenlife4seas verranno ulteriormente ottimizzati e trasformati in prototipi di prodotti industriali.
I sedimenti dei porti sono usualmente dragati per garantire la navigabilità o per rimuovere i contaminanti presenti. In Puglia sono presenti 89 porti con diverse caratteristiche e dimensioni. Per esigenze di manutenzione, economiche, ambientali, di sicurezza sono sottoposti a operazione di dragaggio con certa periodicità. Attualmente, i sedimenti dei porti sono gestiti come rifiuti e conferiti in vasche di colmata, con conseguente dispendio di ingenti risorse per lo smaltimento. Costo medio di smaltimento, 250 euro per 1 tonnellata.
Da alcuni anni sono in corso nei laboratori del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale, del territorio, edile e di chimica del Politecnico di Bari in collaborazione con i centri di ricerca del Politecnico di Zurigo, Eth, studi e applicazioni su tali materiali di scarto.
Gli studi hanno consentito di verificare l'efficacia di un trattamento di stabilizzazione meccanica dei sedimenti con leganti parzialmente sostituiti da una farina di gusci di mitili preparata con una procedura prototipale senza calcinazione. La farina di gusci di mitili diventa, dunque, un additivo innovativo e sostenibile che consente di ridurre le quantità di cemento necessarie per la stabilizzazione dei sedimenti.
La squadra scientifica del Dicatech del Politecnico coinvolta nel progetto è composta da Claudia Vitone (referente scientifico, responsabile di progetto) Leonardo Damiani (direttore del Dipartimento), Federica Cotecchia, Michele Notarnicola, Francesco Cafaro, Andrea Petrella, Sabino De Gisi, Matilda Mali, Rossella Petti, Francesca Sollecito, Francesco Todaro.