Il fiume segreto della Puglia
Una bella spazzolata, un massaggio energizzante, due gocce (manco a dirlo!) di profumo e gocciolina, fresca e rilassata dopo il trattamento di “bellezza” nell’impianto di potabilizzazione, è pronta a riprendere la sua corsa dalle sorgenti sino ai rubinetti di casa. Riparte, dunque, il nostro racconto sulle mirabilia dell’acqua, dalle fonti di Caposele e Cassano Irpino sino al mare di cobalto di Santa Maria di Leuca, dove gocciolina si tuffa dalla cascata monumentale con un salto olimpionico di centoventi metri.
Perché, già da qualche settimana, abbiamo preso a descrivere la lunga marcia dell’acqua? Perché questo improvviso fervore per un argomento verso cui, in genere, l’interesse è molto tiepido? Perché solo pochi, in realtà, conoscono questa storia dell’acqua, attenti, più che altro, a poter disporre senza limiti del prezioso liquido per ogni uso e persino per ogni capriccio. E, invece, questo itinerario cost to cost, progettato e realizzato oltre un secolo fa con profetica lungimiranza, è di estremo interesse per capire quali prove l’acqua deve affrontare - tra invasi, ponti, canali, impianti e laboratori - per zampillare limpida nelle nostre case, e insieme, quanto impegno e duro lavoro tocchi ad Acquedotto Pugliese perché questo miracolo si rinnovi ogni giorno, senza soluzione di continuità.
Un lungo viaggio e un duro lavoro che oggi, più che in altri momenti, potrebbero non essere sufficienti a garantire la regolarità del servizio. Giacchè i profondi cambiamenti climatici, con cui siamo costretti a fare i conti soprattutto negli ultimi anni, potrebbero in parte vanificarne l’esito, rendendo necessaria, anche in tempi brevi, la scelta dura di stringere i rubinetti e imporre restrizioni. Così, prima che sia “troppo tardi”, proviamo a capire quanto l’acqua sia importante, illustrando tutte le fasi del suo utilizzo, dalla captazione al trasporto alla distribuzione in tutti i comuni della Puglia, e come sia davvero inconcepibile continuare a consumarla senza regole se non addirittura a sprecarla.
E torniamo, dunque, al mitico viaggio. Dopo le sorgenti e la potabilizzazione, gocciolina è pronta ad affidarsi al sistema di trasporto della Grande Adduzione. Una vera autostrada dell’acqua, tra le più lunghe del mondo: 5.700 km che si snodano sul territorio di Campania, Basilicata e Puglia.
Un complesso e articolato sistema di tubi, raccordi, innesti, gallerie, discese e risalite. Un’unica autostrada in cui convergono una serie di grandi innesti (schemi idrici): Sele-Calore, Pertusillo, Sinni, Fortore, Locone, Ofanto. Un’autostrada dell’acqua caratterizzata da una forte interconnessione (la capacità di trasferire la risorsa seguendo le variazioni di domanda e compensando tassi di produzione variabili delle diverse fonti) e da un’elevata capacità di trasporto: 790 milioni di metri cubi ogni anno.
Un colossale apparato di impianti che si divide in vettori primari e diramazioni. Con i vettori primari che sono le opere di adduzione principale, quelle che in genere fanno capo ad una fonte di approvvigionamento, e le diramazioni che sono le cosiddette strutture intermedie, responsabili del collegamento dei vettori primari alle distribuzioni periferiche (serbatoi, suburbane e reti di distribuzione).
Ma la vera ossatura di questo sistema, quella in cui la nostra gocciolina realizza il proprio “corso trionfale” è il Canale Principale, nello schema del Sele-Calore: 245 chilometri, dal massiccio del Cervialto (Av) a Montefellone, nell’agro di Villa Castelli (Br).
Un vero portento dell’ingegneria idraulica, che risale al 1915. La gloria più nota dell’Acquedotto Pugliese; ciò che fa di questa azienda, più di ogni altra opera, uno dei sistemi idrici più importanti, complessi e imponenti del mondo intero.
Lungo il canale principale, l’acqua sprofonda in gallerie per 109 chilometri, corre in trincee per 120, si solleva su ponti per 7 chilometri e mezzo, scende e risale nei sifoni per più di 8. Con una pendenza media di circa 44 millimetri al chilometro. È questo il fiume segreto della Puglia. Quel fiume da cui dipende lo sviluppo e il progresso della nostra regione da oltre un secolo e che siamo chiamati a difendere e custodire gelosamente per continuare a guardare con fiducia al futuro.
E allora, che la storia dell’acqua e del suo acquedotto possano essere patrimonio di tutti!