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Il modello vasca da bagno
Sapere | 06 aprile 2020

Il modello “vasca da bagno” per spiegare la diffusione del contagio

Un modello chiaro e semplice, mutuato dallo schema di funzionamento dell’impianto idraulico di un condominio, per spiegare le modalità di diffusione del contagio da COVID 19. È l’idea dell’ing. Nicola Sicolo, collega di Aqp,  responsabile dell’area pianifiIl modello vasca da bagnocazione Idrica della Grande Adduzione di Acquedotto Pugliese.

“Un mio piccolo contributo per chi trova difficoltà nel leggere diagrammi e curve, apparsi in questi giorni in gran quantità sui media e sui social”, spiega Sicolo.

Immaginiamo una vasca da bagno, dotata di un miscelatore in ingresso rotto, con l’acqua che scorre ininterrottamente. La vasca rappresenta la struttura sanitaria del paese. L’unico modo per regolare il flusso in ingresso è manovrare un grande rubinetto ai piedi del palazzo.

“Il rubinetto dal 21 febbraio, tuttavia, tende ad aprirsi da solo, in automatico, ogni giorno del 20-25 % in più rispetto al giorno precedente. Inoltre, dal momento in cui effettuiamo la regolazione sul rubinetto occorrono circa 15 giorni per verificare una variazione in vasca”, spiega il nostro collega. Il flusso, prima di giungere alla vasca da bagno, perde al piano inferiore circa il 50%.

“Il flusso in partenza dal rubinetto corrisponde ai nuovi contagi. Il rubinetto rappresenta le restrizioni messe in campo dalle istituzioni e i risultati dei nostri comportamenti; il flusso perso al piano inferiore, all'insieme dei contagiati asintomatici, più i pazienti contagiati in isolamento domiciliare. L’ingresso nella vasca corrisponde ai contagiati ricoverati in ospedale”, prosegue Sicolo.

La vasca è dotata di due scarichi: uno di colore nero, l’altro verde. Medici, infermieri e personale sanitario fanno di tutto per tappare lo scarico di colore nero, cercando di far sfuggire meno acqua possibile (questo flusso corrisponde ai ricoverati deceduti). Quello di colore verde, invece, va stappato per far passare più acqua possibile (il flusso che transita da qui corrisponde ai guariti e dimessi).

Ing. Nicola Sicolo

Ad oggi il flusso in ingresso alla vasca (il totale dei contagiati in arrivo in ospedale) è più alto di quello in uscita (somma dei dimessi e deceduti in ospedale). Pertanto, il livello della vasca tende a salire. Continuando così si può arrivare allo sfioro della vasca: l’acqua inizierebbe ad oltrepassare le pareti della vasca e ad allagare il pavimento (sarebbe il collasso della struttura sanitaria: non ci sarebbero più posti letto per i nuovi malati).

Per fortuna la situazione è un po’ diversa: infatti, a partire dal 4 marzo l’apertura del rubinetto è stata sempre più ridotta e, pertanto, non solo il flusso ha smesso di aumentare in automatico del 20-25% al giorno, ma è iniziata anche la diminuzione. Dopo 15 giorni dalle riduzioni più consistenti al rubinetto, il flusso in ingresso alla vasca e la perdita al piano inferiore sono risultati notevolmente limitati.

Al momento, purtroppo, non siamo giunti ancora a scongiurare lo sfioro della vasca, perché se pure il flusso in ingresso si è ridotto non è ancora più basso del flusso in uscita e, pertanto, il livello della vasca continua a salire. La speranza è che si giunga quanto prima a un flusso in ingresso minore di quello in uscita, evitando così lo sfioro stesso e facendo iniziare un progressivo svuotamento della vasca. Ovviamente occorrerà del tempo per assistere sia all'inizio dello svuotamento della vasca (picco di ricoveri) sia alla fine dello svuotamento (guarigione dell’ultimo ricoverato).

In questo momento siamo tutti impegnati a chiudere quel rubinetto. Tanto più rimarremo a casa e tanto più velocemente strozzeremo quel rubinetto, fino alla sua completa chiusura e piombatura (l’arrivo del vaccino).

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