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Impianto potabilizzatore Pertusillo
L'acqua in viaggio | 27 novembre 2020

La gocciolina schiva l’agguato dell’alga rossa

E allora: tutti in carrozza! Pardon! Tutti in “tubatura”, si parte!

La lunga marcia dell’acqua - dalle sorgenti di Caposele e Cassano Irpino, in Campania, sino a Santa Maria di Leuca, giù giù nel Tacco d’Italia - è davvero all’inizio.

Un racconto per testi, immagini e suggestioni, ma anche mattoni, ghisa, acciaio, griglie, pozzetti, turbine e valvole, come già annunciato nel primo articolo di questa nuova campagna di comunicazione, rivolta a illustrare le “mirabilia” dell’acqua nel suo lungo viaggio sino ai rubinetti di casa e, insieme, quanto impegno e duro lavoro tocchi mettere in campo ad Acquedotto Pugliese perché questo miracolo si rinnovi di giorno in giorno, ormai da più di un secolo.

E, quindi, far comprendere alla vasta platea dei cittadini che tanta abnegazione e spirito di sacrificio possono non essere sufficienti a garantire un servizio sempre regolare e un’erogazione continua, perché i profondi cambiamenti climatici, con cui siamo costretti a fare i conti di giorno in giorno, potrebbero rendere necessaria, anche in tempi brevi, la scelta di stringere i rubinetti e imporre restrizioni.

potabilizzatore del Sinni
Impianto di potabilizzazione del Sinni

 

Ma adesso, bando alle ciance. In tubatura! Finalmente, si parte!

Nella vita “straordinaria” di una “semplice” goccia d’acqua un passaggio decisivo, il primo dopo la raccolta in bacini e invasi, è la potabilizzazione, grazie a cui la risorsa viene resa organoletticamente pura e pronta a cominciare il suo cammino verso i rubinetti di casa.

I primi potabilizzatori di Acquedotto Pugliese - quelli del Pertusillo, del Fortore e del Sinni - risalgono agli anni ‘70 e ‘80: furono realizzati per attuare un trattamento fisico e chimico normale (chiariflocculazione e filtrazione a sabbia) e per la disinfezione, come richiesto dalla qualità dell’acqua presente nei corrispondenti invasi.

Gli impianti del Locone (anno 2000) e di Conza (2017) sono stati realizzati per un trattamento fisico-chimico spinto con affinamento a carbone attivo.

impianto del Locone
Impianto di potabilizzazione del Locone

Un grande apparato, insomma, e una sofisticata tecnologia che costituiscono la “spinta necessaria” a far viaggiare incolume la nostra gocciolina dentro quel meraviglioso scivolo, costituito da migliaia di chilometri di condotte che la separano dalle nostre case.

La raccolta nei bacini e negli invasi, tuttavia, non è esente da rischi; oltre quelli determinati dalla semplice scarsità delle acque e dall’azione degli agenti atmosferici, vi sono anche gli altri collegati a fenomeni naturali. Uno dei più impegnativi è l’anomala proliferazione negli invasi di alghe microscopiche di colore rosso, che possono produrre tossine.

Si tratta dell’emergenza algale del tipo Plantotrix Rubenscens (alga rossa) verificatasi nell’invaso del Fortore a febbraio-marzo del 2009. Un fenomeno mai accaduto prima, superato brillantemente grazie ad alcuni interventi emergenziali, ma che ha fatto comprendere la necessità di ipotizzare rischi anche remoti e, quindi, di dover adottare ogni misura necessaria.

I potabilizzatori del Fortore e del Pertusillo sono stati potenziati, introducendo, oltre a diverse migliorie tecnologiche, uno stadio di ulteriore filtrazione a carbone attivo granulare (GAC) e una stazione di emergenza a carbone attivo in polvere (PAC), atti ad abbattere i nuovi potenziali rischi di contaminazione, tra cui le microcistine algali.

Impianto del Pertusillo
Impianto di potabilizzazione del Pertusillo

Ma guardando di più al futuro, appare utile considerare l’evenienza di ulteriori nuovi contaminanti col rischio di un maggiore deterioramento della qualità delle acque superficiali. Un rischio da contrastare decisamente per rispondere alla normativa sempre più stringente sulla qualità dell’acqua e, nel contempo, un’altra causa di riduzione della disponibilità di risorsa idrica.

Ed ecco, allora, Acquedotto Pugliese correre ai ripari, con l’introduzione di innovative scelte tecnologiche di processo.

L’obiettivo è attuare su tutti gli impianti di potabilizzazione l’approccio multibarriera dell’OMS: implementare una sequenza di trattamenti ciascuno dei quali ha una propria efficacia nella rimozione di specifici contaminanti.

Nel caso specifico, tutti gli impianti saranno dotati, oltre ai normali processi di preossidazione, chiarificazione, filtrazione e disinfezione, di un’altra batteria di apparati tecnologicamente molto avanzati. Dalla stazione di carbone attivo in polvere PAC a quella di flottazione, finalizzata all’abbattimento delle proliferazioni algali; dalla stazione di affinamento a carbone attivo granulare (GAC) a un’altra di Ossidazione Avanzata (con l’impiego di raggi UV ed acqua ossigenata).

Insomma, tutto l’impegno di Acquedotto Pugliese è rivolto a far viaggiare l’acqua in condizioni di totale sicurezza per i quattro milioni di cittadini a cui è destinata.

Il grande sogno di portare sviluppo e benessere in tutta la Puglia, come lo immaginarono più di un secolo fa, Camillo Rosalba e Matteo Imbriani, deve continuare e deve essere il più splendente.

Buon viaggio, dunque, e arrivederci alla prossima stazione!

 

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