L’acquedotto che verrà
L'acquedotto che verrà. Presentato il progetto del II lotto dell’intervento di interconnessione degli acquedotti Fortore e Ofanto-Locone.
Che la Puglia sia una terra assetata i suoi abitanti lo sanno bene. Così come è noto a molti che solo un centinaio di anni fa abili Pionieri ebbero l’arguta intuizione di portare l’acqua dalla Campania fino a questa terra assolata, ricca di distese pianeggianti, altopiani impervi e costiere mozzafiato ma assolutamente povera di acqua. Oggi, come allora, l’acqua rappresenta un tema centrale per lo sviluppo del benessere e della civiltà. Una risorsa indispensabile per la vita ma sempre più spesso scarsa. E quando un bene scarseggia diventa prezioso. Per questo si sente sempre più spesso parlare di acqua come “oro blu”: un bene prezioso da proteggere e custodire.
Acquedotto Pugliese, da sempre impegnata in una corretta gestione della risorsa idrica, lavora ogni giorno per consentire che l’acqua arrivi in ogni angolo del territorio servito, e soprattutto che non scarseggi, anche in tempi di siccità. Un lavoro che prosegue seguendo le direttrici della ricerca e dell’innovazione. È di questi giorni, infatti, la presentazione del progetto di un’imponente opera idraulica del valore di 75,2 milioni di euro, il secondo lotto dell’intervento finalizzato all'interconnessione degli acquedotti Fortore e Ofanto-Locone.
“La disponibilità della risorsa idrica è e continuerà essere nei prossimi anni un tema di grande rilievo a livello planetario. La Puglia – commenta Simeone di Cagno Abbrescia, Presidente di Acquedotto Pugliese – per la sua naturale configurazione, non dispone di fonti idriche. Acquedotto Pugliese è, quindi, fortemente impegnata a garantire una corretta gestione dell’acqua pubblica. Abbiamo vissuto periodi di gravi crisi idriche. In quest’ottica, la progettazione di una imponente opera di interconnessione è un risultato positivo, merito del lavoro e della professionalità di tutta la squadra AQP, poiché potrà consentire una corretta distribuzione della risorsa sul territorio, in modo che acqua arrivi sempre lì dove serve”.
Un’opera importante in grado di assicurare a regime 1.100 litri al secondo agli abitati costieri del nord barese e alla città di Bari e 200 litri al secondo alla città di Foggia. In caso di siccità, nella zona della Capitanata la disponibilità idrica potrà aumentare notevolmente, fino a raggiungere i 900 litri al secondo. Una nuova scommessa per Acquedotto Pugliese volta a garantire anche in periodi di scarsità idrica una migliore distribuzione della risorsa su tutto l’intero territorio regionale.
“Siamo riusciti a tradurre l’idea dei nostri avi in un progetto”, dichiara con soddisfazione Andrea Volpe, Direttore Ingegneria di Acquedotto Pugliese. “Integriamo gli schemi di approvvigionamento idrico della Puglia Centrale con quelli del Gargano. Un’opera d’ingegno interamente progettata da professionalità interne, coordinate dall'ing. Massimo Pellegrini. In questo collegamento, lungo quasi 62 km, si trovano elementi di flessibilità gestionale: la possibilità, cioè, di poter utilizzare l’acqua, in relazione alle necessità presenti in rete, passando da uno schema all'altro. Valorizzeremo così la disponibilità della risorsa in rete, incanalandola dove ce n’è più bisogno. Una vera e propria interconnessione fra reti”.
Un intervento complesso che prevede la realizzazione di una condotta di quasi un metro di diametro, lunga 62 chilometri e del peso di 18 mila tonnellate che collegherà l’opera di disconnessione idraulica di Canosa (acquedotto del Locone) al nuovo serbatoio di Foggia, una condotta di 3 chilometri che collegherà la suddetta allo schema del Fortore, e poi ancora un sistema di telecontrollo per monitorare la portata idrica, una stazione di clorazione, 40 pozzetti di scarico, 40 pozzetti di sfiato. Ma non solo. Il complesso progetto idraulico, una volta terminato con la realizzazione anche del I lotto, in via di approvazione, del valore di ulteriori 34 milioni di euro, porterà, anche alla realizzazione di una centrale idroelettrica, capace di sfruttare il salto motore tra “Monte Carafa” e l’opera di accumulo terminale del potabilizzatore del Locone.
“La completa realizzazione delle interconnessioni – ha spiegato Antonio de Leo, Direttore Servizi Tecnici e Manutentivi di AQP – comporterà un’importante riduzione dei consumi energetici stimabile in circa 6.000.000 KWh/annui. Questi kwh sono pari ad oltre l’1% degli attuali consumi energetici annui di AQP o, per capire la dimensione, sono pari al consumo medio annuo di circa 2.400 famiglie.
Questo è il consumo di energia necessario per convogliare verso la Puglia Centrale una portata di 220 l/s (litri di acqua al secondo) dall'acquedotto del Fortore invece che dallo schema Sinni-Pertusillo che utilizza le acque provenienti dagli omonimi invasi della Basilicata. Queste acque oggi bisogna sollevarle. Il salto è di circa 200 mt per superare la Murgia, passare, cioè, da Laterza (Parco del Marchese) verso la Puglia Centro-Meridionale. Ne deriverà un risparmio energetico di circa un milione di euro l’anno ed un beneficio ambientale pari ad una riduzione di circa 2.500 tonnellate di CO2 per anno”.
Una scelta qualificante di sostenibilità ambientale.
L’unificazione dei due acquedotti porterà sostanziali benefici all'intero sistema idrico regionale. Un sistema, val la pena ricordare, estremamente esteso e con ampie differenze di approvvigionamento fra le varie zone. Storicamente l’Acquedotto più lungo d’Europa, certamente tra i più complessi ed articolati. Il nuovo collegamento, inoltre, ridurrà i rischi di possibili crisi idriche che possono derivare da siccità ma anche da esigenze manutentive.
Particolarmente significativo il dato relativo all'esecuzione degli attraversamenti che saranno realizzati con tecnologia no dig, ovvero senza scavi. Particolare cura sarà posta alla salvaguardia delle piante di ulivo e alla loro ripiantumazione. Il progetto necessita adesso delle autorizzazioni di legge per poter essere messo a gara.