Passa da una rete fognaria efficiente la buona conclusione del ciclo dell’acqua
La risorsa utilizzata nelle abitazioni viene convogliata in una rete che si estende per 12mila chilometri
Dalle sorgenti, dagli invasi e dai pozzi in tutte le case del Tacco e il cammino non finisce qui: altre condotte ed altri percorsi fino ad una nuova purificazione attendono l’acqua per far ritorno alla natura e chiudere il ciclo. Il percorso che le acque compiono dopo il loro consumo nelle abitazioni per arrivare ai depuratori e, una volta purificate, rinascere a vita nuova è un viaggio lungo quasi quanto quello che la risorsa compie per arrivare a destinazione.
L’acqua utilizzata nelle abitazioni pugliesi viene convogliata in una rete di dodicimila chilometri che, generalmente, funziona a pelo libero, scorrendo dal punto di quota più alto a quello più basso. Questo consente alla rete fognaria di essere corredata di pozzetti di ispezione, grazie ai quali è possibile eseguire le attività di pulizia di routine, espurgo, lavaggio, video-ispezione e sanificazione, necessarie per garantire il regolare funzionamento degli impianti di fognatura. La rete fognaria include gli allacciamenti alle singole utenze e i tronchi fognari, che convergono nei collettori principali fino al depuratore. Un sistema paragonabile all’insieme dei rami di un grande albero, al cui tronco confluisce tutta la rete. Solo in tratti particolari, quando non è possibile assicurare un deflusso a gravità, in ragione dell'altimetria dell'abitato o dell’ubicazione del depuratore al quale convogliare i reflui, l’acqua è spinta dalle stazioni di pompaggio dopo aver ricevuto un primo trattamento di separazione della parte solida da quella liquida.
Le reti fognarie hanno una storia millenaria. Le prime testimonianze storiche di fognature risalgono ad un periodo compreso tra il 2500 e il 2000 a.C. circa e sono state trovate a Mohenjo-daro, nell'attuale Pakistan. Dai resti si è potuta ricostruire la fisionomia della città che, sotto il livello stradale, presentava una vasta rete di canali in mattoni in grado di convogliare le acque reflue provenienti dalle abitazioni. Anche la città di Ninive, capitale del regno assiro tra l'VIII e il VI secolo a.C. era fornita di una rete fognaria. Le fognature antiche più efficienti furono quelle di Roma. La prima cloaca romana di cui si ha notizia risale al VII secolo a.C. e fu progettata per bonificare gli acquitrini che occupavano le vallate alla base dei colli dell'Urbe e far defluire verso il Tevere i liquami del Foro Romano, di Campo Marzio e del Foro Boario. La realizzazione più importante fu però la Cloaca massima, la cui costruzione fu avviata nel VI secolo a.C. sotto il leggendario re di Roma di origine etrusca Tarquinio Prisco. Con la cloaca massima (inizialmente era un canale a cielo aperto ma successivamente fu coperto per consentire l'espansione del centro cittadino), di cui si possono vedere alcuni tratti e lo sbocco presso i resti del Ponte Rotto, i romani ci hanno tramandato uno dei più importanti esempi di ingegneria idraulico-sanitaria.
In Puglia la rete della fogna nera è gestita da Acquedotto Pugliese, che si occupa anche della manutenzione della stessa.