Pura sempre, l’impegno di AQP perché l’acqua resti come sgorga dalla sorgente
Il viaggio che l’oro blu percorre dal punto di partenza a quello di arrivo può essere lungo anche una settimana.
Restare se stessi dalla nascita all’uso più idoneo per l’uomo. Non è facile conservarsi batteriologicamente e microbiologicamente puri dalla sorgente al rubinetto di casa. Tra questi due eventi c’è un viaggio nelle condotte che in alcuni casi può durare anche una settimana. L’importante è restare sempre puri come ci ha fatto… madre natura.
L’acqua che arriva nelle case dei pugliesi e dei campani proviene dalle sorgenti, dagli invasi e dai pozzi. Si tratta, per lo più, di fonti di approvvigionamento che sono ubicate fuori dalla Puglia (la maggior parte delle sorgenti sono in Campania, gli invasi in Basilicata e in Campania, solo uno è in Puglia, i pozzi sono siti soprattutto nel Salento). Proprio per questo il viaggio che l’oro blu deve percorrere per raggiungere la sua destinazione finale è lungo. L’acqua a volte impiega giorni per arrivare ai rubinetti delle abitazioni, a volte il suo viaggio può essere lungo anche una settimana.
L’impegno di Acquedotto Pugliese è quello di fare in modo che la risorsa mantenga, durante l’intero tragitto, le sue caratteristiche e la sua purezza. La qualità dell’acqua che arriva nelle case dei pugliesi e dei campani è monitorata costantemente da team di specialisti che effettuano analisi e campionamenti lungo il cammino che la risorsa compie dalle fonti sino all’arrivo nelle abitazioni. Si tratta di controlli di elevata qualità tecnica, che vengono effettuati presso dieci laboratori di AQP.
Cinque laboratori operano presso gli impianti di potabilizzazione, ovvero quelli dove l’acqua proveniente dagli invasi viene sottoposta ad un processo fisico-chimico che consiste nella rimozione delle sostanze contaminanti per ottenere un’acqua idonea al normale consumo domestico, per l’irrigazione dei campi o per usi industriali (ad esempio per l’utilizzo nel ciclo produttivo da parte di stabilimenti alimentari).
In questi laboratori avviene la cosiddetta analisi di processo. Altri cinque laboratori, che sono dislocati nelle province di Bari, Lecce, Taranto, Brindisi e Foggia, sono deputati ad effettuare ulteriori controlli. Poi c’è il monitoraggio in rete.
L’acqua, quindi, non viene mai lasciata “sola” durante il suo lungo viaggio quotidiano dalle fonti alle sue destinazioni finali.
Nelle tubature – che hanno una lunghezza di circa 25mila chilometri – funziona una rete di sensori di telecontrollo che hanno il compito di verificare una serie di parametri più “semplici” della risorsa in viaggio. Ogni volta che questi sensori rilevano un’anomalia, parte un segnale di allarme alla centrale di controllo e i tecnici, ricevuto l’allert, si attivano per individuare l’eventuale problema e risolverlo prima che possa compromettere la bontà dell’acqua che arriva nelle case.
Nulla, dunque, viene lasciato al caso: la posta in “gioco” è troppo importante per lasciare anche il più piccolo margine all’alea. Il paragone più calzante è quello del denaro che viene spostato dai caveau alle banche e agli uffici postali: il viaggio avviene con tutte le precauzioni del caso (furgoni blindati, guardie giurate, mezzi di scorta). Così è per l’acqua: considerato che il suo viaggio tra il punto di partenza è quello di arrivo è lungo (e tortuoso), Acquedotto Pugliese si preoccupa di “scortare” la risorsa perché nulla possa accaderle lungo il tragitto.