Quando la resilienza è (e deve essere) anche costiera
Si parte da un presupposto: ogni anno circa 230.000 tonnellate di rifiuti plastici finiscono nel solo Mar Mediterraneo.
Quando si scompone in particelle microscopiche (microplastiche e nanoplastiche), viene ingerita dagli organismi marini e può entrare nella catena alimentare.
Ed è per questo motivo che nasce il progetto per tutelare la costa mediterranea. Obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica su questioni urgenti come l'urbanizzazione costiera, la scarsità d'acqua, i cambiamenti climatici, l'inquinamento e la perdita di biodiversità, e a promuovere lo sviluppo sostenibile nella regione mediterranea. Quest'anno l'evento si è svolto nella di regione Valona, in Albania, ricadente nell’area del progetto CAMP Otranto, con un'attenzione particolare alle falde acquifere costiere - le preziose risorse di acqua dolce nascoste sotto le nostre coste.
La pesca sostenibile è un'area di interesse in cui la cooperazione dei pescatori nella raccolta dei rifiuti marini potrebbe essere estesa ad altre aree costiere.
La cooperazione e il sostegno continuo richiedono anche e soprattutto una valutazione scientifica da parte delle Università e Centri di Ricerca, nonché una risposta istituzionale a punti di raccolta, infrastrutture dedicate, la gestione dei rifiuti per categoria, nonché le azioni di monitoraggio e controllo da parte della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera.
Se da un lato c’è la continua crescita della domanda di acqua per uso potabile, agricolo e industriale, dall’altro troviamo la sfida cruciale consiste nel gestire l'approvvigionamento idrico insieme alle pressioni ambientali. L'aumento della domanda di acque sotterranee, la salinizzazione degli acquiferi e la diffusione di nutrienti e contaminazioni dimostrano l'urgente necessità di una pianificazione e gestione sostenibile integrata.
Il progetto transfrontaliero CAMP Otranto utilizza la metodologia della Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC), che contribuisce alla conservazione delle falde acquifere costiere. Questo significa una regolamentazione dell'uso del territorio, nel rispetto delle migliori pratiche di gestione, e la creazione di zone cuscinetto protettive.
La GIZC, infatti, vuole tutelar la salute e la produttività degli acquiferi costieri, contrastando efficacemente problemi come l'estrazione eccessiva, l'intrusione di acqua salata, l'inquinamento e la mitigazione dei rischi costieri.