Rubinetti chiusi, ecco l'estate rovente se non si corre ai ripari
Non piove e le temperature non accennano a calare mentre la soglia di allerta cresce. L'allarme siccità è sotto gli occhi di tutti e fa accendere i riflettori sulla tutela dell'approvvigionamento idrico. In Puglia è scattata la fase di preallarme: grazie alle piogge invernali negli invasi la situazione è simile o in alcuni casi migliore dell'estate scorsa. I timori riguardano il settore agricolo. Una soluzione arriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: uno strumento fondamentale per risolvere le criticità del comparto idrico attraverso un piano di riforme che deve essere necessariamente accompagnato dalla completa attuazione degli investimenti. Tra gli obiettivi prefissati il potenziamento, il completamento e la manutenzione straordinaria delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura idrica primaria in tutto il Paese, così da migliorare la qualità dell'acqua e garantire la continuità dell'approvvigionamento. Ampio spazio in questo contesto di tutela della risorsa idrica lo trova il capitolo digitalizzazione: sistemi di controllo avanzati sono, infatti, fondamentali per una gestione ottimale delle risorse idriche, permettendo la riduzione di sprechi e limitando le inefficienze.
La prima criticità da superare rimane, dunque, la gestione delle infrastrutture idriche all'ingrosso. In questa direzione, il Pnrr verrebbe in soccorso attraverso interventi finanziari che mirano a garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l'intero ciclo e un miglioramento della qualità delle acque interne e marittime, per un totale di risorse pari a circa 4 miliardi di euro. In particolare, per la regione Puglia, sono 84 i milioni di euro assegnati alle infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento (linea di intervento 4.1) e 90 quelli destinati alla riduzione delle perdite e alla digitalizzazione delle reti (linea di intervento 4.2).
Ma potrà il Pnrr essere la soluzione di tutte le criticità del comparto idrico? Tra cambiamenti climatici e la richiesta sempre maggiore di acqua potabile, le azioni di carattere individuale nella lotta agli sprechi diventano indispensabili, così come tutte quelle pratiche di recupero e riutilizzo delle acque, da quelle meteoriche a quelle reflue e grigie. Di fatto, i consumi di acqua in Italia riguardano per il 55% il settore agricolo, per il 18% gli usi civili e per il 27% quelli industriali. In agricoltura è necessaria una riconversione del sistema di irrigazione che punti a sistemi di microirrigazione a goccia, capaci di garantire almeno il 50% del risparmio di acqua utilizzata.
Altro nodo da sciogliere per un sistema di approvvigionamento idrico resiliente ed efficiente rimane la governance, da migliorare e semplificare, con l'obiettivo di rendere più rapido e lineare il processo di evoluzione industriale. D'altronde, Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente Anci, evidenzia come le opere idriche siano quelle più complesse da realizzare a causa di un iter autorizzativo ancora troppo lungo e complesso.