Sull’acqua la Regione è in linea con l’Agenda Onu e l’Unione Europea
L’assessore Raffele Piemontese illustra le direttrici di marcia dell’amministrazione regionale e il ruolo strategico di Acquedotto Pugliese nella gestione della risorsa idrica.
Gestire e tutelare la risorsa idrica è l’impegno assai importante e, al tempo stesso, particolarmente gravoso dell’assessore Raffaele Piemontese, nonché vicepresidente della giunta varata da Michele Emiliano.
Un compito rivolto a garantire le migliori modalità di fruizione e utilizzazione di un bene così fondamentale, con l’attenzione a preservarne l’aspetto qualitativo e quantitativo a beneficio di tutti i cittadini e del territorio, nella consapevolezza altresì di doverne garantire integrità e nuova disponibilità per le generazioni future. Un obiettivo irrinunciabile, che la Regione Puglia è protesa a conseguire col contributo decisivo di Acquedotto Pugliese e delle altre istituzioni del territorio, in un gioco di squadra che si rivela decisivo per le sfide sempre più impegnative che questo delicato settore impone.
Assessore, nelle ultime settimane, Acquedotto Pugliese ha lanciato una grande campagna sul tema della tutela e del risparmio della risorsa idrica. La scarsità di piogge e i crescenti fabbisogni idrici impongono scelte coraggiose, non più rinviabili…
È di un paio di mesi fa il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che analizza le complesse interazioni tra clima, ambiente, acqua e salute, messe in evidenza chiarissima dalla pandemia da Covid-19. Quell’analisi, peraltro condotta in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana dell’Università degli Studi di Bari, focalizza bene le priorità riguardanti il consumo umano e il riuso delle acque, la sicurezza delle reti di distribuzione e le strategie di controllo nel settore delle acque: sono tutti elementi dell’agenda di lavoro che impegna la Regione Puglia e AQP per rendere concreti gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 per le nostre comunità. Questi obiettivi, dallo scorso anno, orientano e verificano la qualità delle politiche pubbliche a tutti i livelli. Non a caso li abbiamo incorporati nelle leggi di bilancio regionali: l’obiettivo 6 dell’Agenda ONU 2030 che vincola il più piccolo comune e il più grande degli stati è “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie”.
Tutelare la risorsa idrica significa, sostanzialmente, risparmiare acqua. L’Acquedotto Pugliese è impegnato in un vasto piano di risanamento delle reti, che si avvale di finanziamenti regionali…
Negli ultimi anni abbiamo guidato un investimento complessivo di circa 690 milioni di euro per potenziare il sistema idrico integrato realizzando 162 interventi. Attraverso circa mezzo migliaio di siti monitoriamo la qualità delle acque superficiali e sotterranee. Continueremo a farlo perché, dalla nostra, abbiamo tutta l’Unione europea che ci incita a essere protagonisti della “transizione verde”. In concreto, significherà nuove risorse che potremo destinare al risparmio idrico e per fare dell’uso dell’acqua un caposaldo dell’economia circolare. A maggio di questo complicatissimo anno, la Commissione europea ha definito il Piano d’azione della strategia “dal produttore al consumatore”, assumendosi l’impegno a elaborare un nuovo regolamento sul riutilizzo dell’acqua che promuoverà approcci circolari per il riutilizzo dell’acqua e l’efficienza idrica nell’agricoltura e nei processi industriali: basti pensare che il settore tessile occupa la quarta posizione tra i settori produttivi che utilizzano più materie prime e acqua, dopo il settore alimentare, l’edilizia abitativa e i trasporti.
Risparmio dell’acqua significa anche utilizzo dell’acqua affinata dei depuratori per uso agricolo. Oggi sono quattro gli impianti di affinamento in funzione (Gallipoli, Corsano, Fasano e Ostuni) ma Aqp è impegnato a realizzarne altri, per ottenere fino a 80 milioni di metri cubi di acqua per uso irriguo. Quali le scelte dell’assessorato in questa direzione?
Altri quattro impianti di affinamento sono operativi, ossia possono funzionare una volta che i comuni completano alcuni passaggi amministrativi: si trovano ad Acquaviva delle Fonti, Castellana Grotte, Noci e Trinitapoli. A Cerignola l’impianto è pronto ed è già collegato alla rete del Consorzio di Bonifica della Capitanata, come a San Severo dove è stato realizzato l’impianto di sollevamento per immettere l’acqua affinata nella rete che serve le campagne. Ci sono lavori in corso a San Pancrazio Salentino per il collettamento delle acque per il Consorzio Arneo. Il lavoro che è stato fatto dalla Regione Puglia è importante: con circa 90 milioni di euro abbiamo finanziato 58 interventi per incrementare il riuso delle acque reflue. Il vero problema è vincere una sfida culturale, diciamo così: la diffidenza degli imprenditori agricoli a utilizzare l’acqua trattata negli impianti di affinamento. Per questo penso che dovremo impegnarci per valorizzare e diffondere i risultati di sperimentazioni come quella completata in queste settimane ad Acquaviva delle Fonti dove, grazie al CNR, una cooperativa di agricoltori ha potuto misurare i vantaggi nell’uso di queste acque reflue trattate: che consistono non solo nel fatto di avere abbattuto a circa un terzo i costi della bolletta elettrica, ma anche di poter miscelare i quantitativi di azoto e fosforo come nutrienti già presenti nell’acqua reflua affinata, risparmiando su fertilizzanti fondamentali per lo sviluppo e le produzioni ortofrutticole.
Forse più di ogni altro slogan, “La Ricetta Puglia”, la campagna di comunicazione lanciata da Acquedotto Pugliese per illustrare la purezza del nostro mare, grazie all’attività dei 184 depuratori, è riuscita a rappresentare al turismo internazionale, prima dell’emergenza sanitaria, i particolari pregi ambientali della nostra regione…
La Regione Puglia, in sinergia con l’Autorità Idrica Pugliese e l’Acquedotto Pugliese, sta marciando verso l’obiettivo di chiusura definitiva del ciclo della depurazione delle acque con l’annullamento delle infrazioni comunitarie, attraverso il finanziamento e la realizzazione degli interventi di potenziamento e adeguamento delle reti e dei presidi di depurazione. Abbiamo migliorato la qualità degli scarichi e della salvaguardia dei recapiti finali e dei corpi idrici. Un obiettivo che, in attuazione alle misure del Piano di Tutela delle Acque (PTA), ha puntato a garantire la sostenibilità ambientale del sistema idrico pugliese e situazioni igienico-sanitarie ottimali per tutti i pugliesi. Il riflesso positivo sulla principale risorsa legata all’economia blu, il mare che, anche in questa estate segnata dalle preoccupazioni per la pandemia, è stato il principale fattore che ha attratto verso la Puglia la maggior parte dei turisti italiani, secondo i dati rilevati da CNA Turismo e l’analisi dei dati raccolti da SWG per conto della nostra Pugliapromozione. Da assessore con delega anche al demanio marittimo, so bene cosa è successo alla qualità del nostro mare: questa estate, a Siponto, località balneare nel comune di Manfredonia e storico punto di riferimento dei foggiani, dato che il capoluogo è a mezz’ora di macchina, c’è stato un meravigliato passaparola nel vedere l’acqua del mare tornata bella e pulita come quando io non ero ancora nato: è successo perché abbiamo investito 5 milioni e 400 mila euro per il potenziamento e l’adeguamento delle reti idriche e fognarie e dei sistemi depurativi a Manfredonia. Dieci anni fa, avevamo un’ottantina di agglomerati sotto infrazione comunitaria, oggi sono 3 e riusciremo a migliorare anche quelli.
La disponibilità di acqua è fondamentale per lo sviluppo e il benessere dei cittadini. Lo dimostra la storia ultracentenaria di Acquedotto Pugliese. Quali sono le iniziative su cui punterà l’assessorato per valorizzare e aumentare la disponibilità di questo bene così fondamentale?
Dobbiamo risparmiare, ma anche far crescere i volumi d’acqua. Abbiamo quattro punti cardinali che possono orientarci nei prossimi anni: realizzare interventi strategici sulle principali fonti di approvvigionamento (invasi, sorgenti e pozzi); insistere con la dissalazione come già stiamo facendo alle Isole Tremiti e per il dissalatore alla sorgente del Tara, che potrà incrementare con mille litri d'acqua al secondo l'approvvigionamento per Taranto ed il sifone leccese; estendere e migliorare la tutela dei pozzi potabili; definire e consolidare gli accordi di programma con Basilicata, Campania e Molise per avere certezza dei quantitativi. Faccio un esempio tratto dalla mia provincia, che confina con Molise e Campania e che è terra di agricoltura: quest’estate abbiamo avviato un approfondimento per la possibile realizzazione di una condotta di soli dieci chilometri, che dalla adduzione proveniente dalla diga del Liscione condurrebbe all'impianto di potabilizzazione di Finocchito; ne potremmo trarre circa 40 milioni di metri cubi annui ed eviteremo, come è successo anche questa estate in un periodo di emergenza idrica, di dover interrompere il flusso irriguo, che serve agli agricoltori della capitanata da Occhito, per garantire l'acqua potabile nelle case che ha ovviamente la priorità su tutto.