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Ambiente | 24 luglio 2024

Un tuffo dove l'acqua è più blu? Si ma è anche bollente

Che faccia caldo va bene ma che si debba boccheggiare è tutta un'altra storia. Si tratta di temperature tropicali, che solitamente troviamo nel mar dei Caraibi o nella “piscina calda” del Pacifico occidentale.  Sull’Adriatico raggiungiamo anomalie di ben 5°C oltre la media. La temperatura superficiale dei nostri bacini ha superato quasi ovunque i 27°C, ma la situazione più critica è sull’alto Ionio e sul mar Adriatico dove si registrano già temperature di 30°C, un valore assolutamente esagerato per il “mare nostrum” nel mese di Luglio. Siamo in emergenza? Può essere e i cambiamenti climatici sono sotto i riflettori e al centro delle agende dei leader mondiali.  

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Recentemente  l’Unione Europea ha proposto il Green Deal come soluzione per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. 
Il piano include misure per l’adattamento agricolo ai cambiamenti climatici, la promozione della cooperazione regionale nel Mediterraneo e un fondo europeo per la competitività e l’innovazione. Un progetto che come ha sottolineato il presidente di ANBI, Vincenzi, potrebbe essere una soluzione.  Per rispondere alla crisi servono misure urgenti e investimenti (compresa la pianificazione dei territori).
C'è poi un altro dato. Il cambiamento climatico costa all’Italia 284 euro per abitante, una cifra cinque volte superiore rispetto al 2015 e più alta che in qualsiasi altro paese dell’Ue. Questo è quanto emerge da uno studio presentato da The European House-Ambrosetti durante il primo incontro della sesta edizione della “Community Valore Acqua per l’Italia”. Secondo Ambrosetti, il livello di stress idrico in Italia è tra i più elevati, superato solo da Belgio, Spagna e Grecia. In Italia, inoltre, si è verificata una “drastica riduzione della produzione di miele”, che è diminuita del 70% nel 2023. Il settore agricolo è il più colpito, con 12 regioni italiane soggette ad elevato stress idrico, tra cui spiccano Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia. Oltre alla drastica riduzione della produzione di miele, nel 2023 si sono registrati cali del 63% nella produzione di pere, del 60% nelle ciliegie, del 27% nell’olio d’oliva e del 12% nel vino e nei pomodori. 



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