Xylella, il dramma per 21mila piante
La maxi-fattoria del Villaggio Coldiretti a Bari si è chiusa con oltre 600mila presenze. Dal 29 aprile al primo maggio il lungomare Imperatore Augusto ha ospitato oltre 250 stand in rappresentanza di allevatori e agricoltori italiani ai quali è stata data l'opportunità di raccontare la propria realtà. A inaugurare la manifestazione i ministri per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, e per l'istruzione e il merito, Giuseppe Valditara. Migliaia anche i bambini che hanno partecipato alla Festa dell'educazione alimentare, promossa dalle donne della Coldiretti, con il Villaggio trasformato in una maxifattoria. Tra i principali temi affrontati vi è il contrasto alla diffusione della xylella, proprio a 10 anni dalla rilevazione del primo caso di infezione.
In 10 anni la Xylella ha contagiato oltre 21 milioni di piante. Oltre 8mila chilometri quadrati di territorio infettati dal batterio, vale a dire circa il 40% della Regione. I danni provocati dal disseccamento rapido delle piante si riflettono non solo sulla disponibilità di olio “made in Italy”, ma anche sull'ambiente e sul turismo con interi uliveti trasformati in distese spettrali. Venendo ai numeri: nella provincia di Lecce si è registrato un crollo del 75% della produzione di olio di oliva. Nel Tarantino invece la flessione è stata parei al 15%. In provincia di Brindisi la raccolta, anche a causa degli eventi atmosferici estremi, ha subito una riduzione del 25%. “Se l'espansione della zona infetta non venisse arrestata, l'impatto economico per l'Italia - afferma la Coldiretti - potrebbe crescere fino a 5,2 miliardi di euro”.
“10 anni sono tanti e la xylella è avanzata clamorosamente- ha dichiarato Nicola Di Noia, responsabile olio di Coldiretti- Ora l'ulteriore avanzata potrebbe mettere in pericolo la parte più produttiva dell'olivicoltura pugliese e italiana il nord Barese. Dobbiamo assolutamente contenere il batterio contenendo l'insetto vettore che diffonde la malattia da alberi malati a alberi sani. Dobbiamo eliminare le piante infette per contenere la malattia. Possiamo utilizzare la tecnologia, stiamo cercando di capire se droni e fotografie aeree possono consentirci di monitorare tempestivamente le piante malate e le zone intaccate. Stiamo utilizzando i cani molecolari per fare in modo che, come avviene per l'antidroga e gli esplosivi, possano identificare le piante malate da quelle sane per utilizzarli nei vivai ad esempio”.
“Sarà importante riuscire a individuare altre soluzioni - spiega Donato Boscia, referente del CNR - sia per il controllo del vettore che, a lungo termine, identificare e sviluppare nuove varietà di olive resistenti alla xylella. Cui sono due varietà leccina e favolosa, ma non possono essere solo quelle la soluzione in termini di biodiversità che di proprietà organolettiche, presto servirà un numero significativo di varietà diverse".