Ambiente: un dono per le future generazioni
La riforma costituzionale e i nuovi scenari
Tutelare l'ambiente per le nuove generazioni. Non è più soltanto uno slogan, bensì un principio fondamentale della Costituzione italiana. La Camera ha approvato l'8 febbraio la proposta di legge che modifica gli articoli 9 e 41 della Carta e introduce la tutela dell'ambiente e della biodiversità in Costituzione. Il percorso legislativo iniziato nel 2019 ha trovato la quasi unanimità di consensi in Parlamento.
"La Repubblica- recita ora la norma-tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali".
L'ambiente viene così considerato come bene autonomo e non più come semplice habitat umano. Un vero e proprio cambio di passo, dimostrato dall’impegno già assunto da molte aziende. All’indomani dell’approvazione alla Camera della riforma, Acquedotto Pugliese ha dato il via a un progetto di collaborazione con il Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici. È la prima volta che un accordo sui cambiamenti climatici viene fatto tra un centro studi e un gestore del servizio idrico integrato. Una attenzione particolare all’ambiente quella di AQP che si traduce nell’approvazione del Piano della sostenibilità 2022- 2024, un nuovo modello di crescita sostenibile che mira alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) e contribuisce a creare valore per i territori in cui opera.
La riforma è stata definita “epocale”.
"È un momento importante per lo Stato italiano", ha commentato l'assessora all'Ambiente della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio. "La nostra Costituzione conteneva già un principio importante: l'articolo nove che prevede la tutela del paesaggio. L'Italia è stata tra le prime nazioni a farlo. Ma ora sappiamo che l'ambiente non è solo paesaggio e la tutela dell'ambiente deve essere considerata regola di vita. La riforma è un completamento di un articolo già di per sé straordinario".
La riforma si pone anche in continuità con gli obiettivi fissati dal piano europeo Next Generation Eu e quindi con il PNRR. Gli impatti ambientali indiretti delle attività umane vengono infatti valutati secondo il principio del "non arrecare danni significativi" all'ambiente.
"La tutela dell'ambiente in Costituzione rafforza il lavoro già in atto, non lo cambia. I fondi del PNRR sono orientati verso la sostenibilità", ha continuato l'assessora. "Abbiamo un grande malato che è l'ambiente. Dobbiamo ricorrere a delle cure e cambiare le modalità di stare al mondo. I problemi all'ambiente hanno ripercussioni sulla parte più debole della società, ecco perché ora lo sviluppo economico non potrà più prescindere dall'ambiente".
Economica e ambiente, talvolta considerate in opposizione, ora sono strettamente legate. Ad aver giocato ruolo decisivo nel cambio di passo è stata anche la pandemia.
"La costituzionalizzazione della tutela ambientale è in realtà avvenuta nel 2001 con la riforma del titolo V”, ha spiegato Valeria Corriero, professoressa associata Uniba di diritto privato dell'ambiente “Era una norma collocata in Costituzione nella parte relativa alla competenza Stato-Regioni. Ne emerge un approccio ecocentrico e non più antropocentrico, come ancora in forma residuale appariva nell’art. 117, comma 2, lett. s), che oltre ad essere più limitativo in quanto contenuto in una norma costituzionale relativa al riparto di competenze, conteneva ancora un riferimento ai beni culturali, già ampiamente tutelati attraverso la copertura costituzionale dell’art. 9, oltre che da leggi ordinarie. La tutela ambientale agli inizi del secolo scorso era di tipo estetico, volta alla conservazione e non allo “sviluppo sostenibile”, concentrata sulla tutela dei beni di interesse artistico e storico e delle bellezze naturali paesaggistiche e panoramiche.
“Altro riferimento importante è il riferimento agli animali - ha continuato Corriero - A mio parere inoltre l'inserimento della tutela dell'ambiente potrebbe mettere in discussione la legittimazione della competenza esclusiva dello Stato in termini di risarcimento in caso di danno ambientale e valorizzare il ruolo delle associazioni ambientaliste e degli enti locali".
L'ambiente viene ora considerato come bene autonomo da tutelare ed è forte il riferimento a chi lo riceverà in eredità: i giovani.
“I 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals-SDGs) dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile – ha continuato Corriero - approvati il 25 settembre 2015 dalle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2030, vanno oltre lo sviluppo sostenibile e coinvolgono imprese private, settore pubblico, società civile, centri universitari e di ricerca di tutti i Paesi. Il Green New Deal ambientale rappresenta la terza frontiera del diritto ambientale, dopo la prima caratterizzata dalla emersione delle esigenze di tutela della salute e dell’ambiente nell’ambito dello sviluppo economico-sociale e la seconda, spesso caratterizzata in termini antinomici, di sviluppo sostenibile. La pandemia da Covid-19 (c.d. Coronavirus) è la testimonianza di un nuovo approccio metodologico alle tematiche della salute e dell’ambiente, non più recessive rispetto allo sviluppo economico, che segna definitivamente il processo di transizione ecologica nell’economia italiana”.