L’Acqua fa spettacolo
Al Palazzo dell’Acqua è andata in scena “Freetime”, opera teatrale dove l’acqua ha rappresentato un elemento simbolico dai vari significati
Per tre serate il 26, 27 e 28 luglio, il prestigioso Cortile del Palazzo dell’Acqua, sede storica dell’Acquedotto Pugliese, è diventato teatro per una commedia moderna e innovativa, a metà strada tra una detective story e un action movie. Ancora una volta, dopo l’evento che si è svolto lo scorso 6 luglio a Villa Mininni in occasione della presentazione dell’Integreted Reporting 2020 di AQP, a salire sul palcoscenico è stata la compagnia teatrale La Dramaturgie con lo spettacolo Freetime per la regia di Pier Paolo Sepe.
Freetime, di Gian Maria Cervo (drammaturgo acclamato a livello nazionale e internazionale) e dei Fratelli Presnyakov, (sceneggiatori del cineasta russo Premio Oscar Nikita Mikhalkov), è già stata rappresentata al Piccolo Teatro di Milano a all'Oslo International Acting Festival. Si tratta di una delle tappe più importanti di un progetto itinerante, “Freetime expanded version” sostenuto dal Programma Straordinario 2020 in Materia di Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, che prevede allestimenti site-specific e site-responsive in luoghi speciali del territorio regionale.
Tra gli interpreti vi è stato il gradito ritorno di Riccardo Festa (ha impersonato Giuseppe Pavoncelli nell’evento del 6 luglio), e ancora Gregorio De Paola, Martina Galletta, Chiara Degani, Noemi Francesca, Giorgia Masseroni.
Freetime, è un’opera contemporanea articolata e stravagante al tempo stesso che allude alla condizione di tempo libero forzato in cui sono indotti molti lavoratori precari e intermittenti del XXI secolo e alla visione alienata e distopica della realtà che la condizione si porta dietro. Partendo dal crollo della Lehman Brothers, si muove nelle contorte atmosfere dell’economia attuale, attraversando gli ultimi anni di storia europea e globale. Le situazioni liquide dei lavoratori contemporanei e i viaggi attraverso il tempo e gli universi paralleli diventano metafore le une degli altri tra paure e solitudine. Ed è qui che si inserisce l’acqua quale elemento ricorrente dai diversi significati.
“Da un lato allude alla estrema liquidità della nostra epoca, dall’altro evoca il bisogno e la nostalgia della grande arte attraverso molteplici rimandi a opere che hanno fatto la storia dell’arte italiana. Nella commedia - spiega Gian Maria Cervo - ci sono richiami e allusioni alle opere di Duilio Cambellotti e anche ai grandi maestri del nostro Rinascimento, come Luca Signorelli e Sebastiano del Piombo. La parola Rinascimento è poi connessa all’idea di ‘risurgenza’ delle acque alla base di un progetto di Leon Battista Alberti sugli antichi acquedotti romani. Per questo per noi portare in scena la commedia al Palazzo dell’Acqua di Bari, scrigno delle opere di Cambellotti, è stato molto importante”.
In questo modo le rappresentazioni nel prestigioso edificio dell’Acquedotto Pugliese hanno posto in un rapporto di risonanza la commedia teatrale e le opere di arte visiva presenti nello stesso Palazzo.
“Abbiamo cercato infatti – continua Cervo – di connettere il patrimonio artistico di cui dispone AQP con una commedia supercontemporanea che ha affrontato, in una specie di dibattito aperto con il pubblico, la questione della responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti dell’ambiente e della società globale”.
Con questo evento prosegue la consolidata collaborazione di AQP con La Dramaturgie che è inserita nell’ambito di The ways of the heroes, progetto di arti performative, co-finanziato dall’Unione Europea, che pone al centro la questione della sostenibilità ambientale delle produzioni artistiche. Dunque un impegno comune verso l’arte e la bellezza. Non a caso le scelte aziendali in AQP passano anche attraverso principi di sostenibilità culturale, sociale ed economica.